“Torino Paratour” è un itinerario turistico unico nel suo genere, ideato per far conoscere le bellezze del capoluogo subalpino ai non vedenti e ai disabili in carrozzina, attraverso i decori che caratterizzano l’architettura della città. Scopriamo come è nato questo progetto con il suo ideatore, Raffaele Palma, presidente del CAUS (Centro Arti Umoristiche e Satiriche) di Torino.
Come e quando è nato il progetto “Torino Paratour”?
“Torino Paratour” è nato per ricordare un caro amico, Gianni Pellis, affetto da sclerosi multipla e scomparso nel 2011. Il progetto però ha preso forma e concretezza solo a Febbraio di quest’anno e le difficoltà sono state molte e spesso difficili da superare, proprio come le barriere architettoniche!
A chi si rivolge?
“Torino Paratour”, pur rivolgendosi a tutti, è stato ideato per i portatori di disabilità motoria e visiva, come ciechi e ipovedenti.
Sulla base di quali parametri ha individuato gli itinerari proposti? Di quali criteri ha tenuto conto?
Da anni mi occupo di realizzare tour in Torino e Piemonte che evidenziano fregi, decori e abbellimenti architettonici. Per realizzare gli itinerari di “Torino Paratour” ho dovuto cercare decori e fregi a portata di mano (non troppo alti), assai plastici (per essere sentiti con il tatto), vicini l’uno all’altro, affinché i tour non risultassero troppo lunghi e dispersivi. Infine, cosa più importante, ho dovuto tenere conto di percorsi su marciapiedi privi di barriere (con piano abbassato), possibilmente su tragitti in isole pedonali e con possibilità di riparo in caso di pioggia. Non è stato facile individuare tutte queste prerogative e unirle in tour che analizzassero decori solo barocchi e neoclassici oppure in stile déco e liberty.
Quali sono i punti di forza di “Torino Paratour”? Quali elementi lo contraddistinguono da altre proposte simili?
Credo che “Torino Paratour” sia un progetto innovativo e unico nel suo genere. Gli itinerari sono stati pensati per essere esplorati all’esterno di case di civile abitazione, di palazzi di particolare pregio o edifici d’interesse storico, artistico e monumentale. Sono percorsi che si sviluppano sui marciapiedi della città, fruibili in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi periodo dell’anno, a differenza dei tour per portatori di disabilità appositamente creati presso le gallerie d’arte, i musei o alcune aree cittadine. Percorsi che servono a comprendere e analizzare i vari stili artistici che si sono succeduti nel corso dei secoli, ad apprezzare e valutare dettagli che sfuggono alla maggioranza delle persone.
“Torino Paratour Grottesco” e “Torino Paratour Liberty”… ci illustra gli itinerari nel dettaglio?
“Torino Paratour” è costituito da tre tragitti strutturati ad hoc, con differenti tempi di percorrenza, consultabili e scaricabili gratuitamente dal sito www.caus.it, alla pagina http://www.caus.it/torino-piemonte-tours.shtml. I tragitti, che si snodano tra ornamenti architettonici rigorosamente da toccare, capire, usare, sono corredati di mappa con traccia degli spostamenti, foto e numeri civici per gli accompagnatori-guide. Il traduttore, ad inizio pagina, consente di ottenere il testo in tutte le lingue; il link a Google Maps permette invece di entrare nel dettaglio delle vie e di stimare in metri e tempi ciascun percorso.
Per quanto concerne nello specifico i percorsi, il primo itinerario sui decori grotteschi, di circa due ore, è ideale nelle belle giornate, quando è possibile utilizzare i marciapiedi e le aree pedonali del centro. Il secondo, della durata di un’ora abbondante, è da percorrere sotto i portici per ripararsi dalle intemperie, in caso di mal tempo.
Lungo i due tragitti, tutti i marciapiedi e attraversamenti stradali sono privi di barriere architettoniche e i fregi sono posizionati ad altezza di ragazzo (le maniglie delle porte, i battagli dei portoni, i paracarri degli androni, ecc.). I decori, oggetto del tour, sono di metallo, legno, cemento ed hanno la forma di mascheroni grotteschi, figure mitologiche e musi d’animali.
Il terzo percorso, “Torino Paratour Liberty”, ha invece come oggetto gli splendidi dettagli architettonici in stile Liberty e Déco della nostra città. Quest’ultimo tour offre l’opportunità di scoprire un variegato mondo di splendide espressioni creative, permettendo di valutare bellissime effigi di metallo, forgiate per i lucernai delle cantine o per le maniglie degli ingressi pedonali; e ancora figure lignee che ornano porte e portoni e sagome in conglomerato laterizio, usate come fregi su molte facciate. Un panorama variegato di Liberty, ispirato perlopiù a sagome floreali, a foglie, a tralci e bacche di pura fantasia. Non manca neppure la sagoma di qualche strano animale stilizzato, in autentico stile déco.
Un progetto quindi che consente alle persone con disabilità di vivere e ammirare le bellezze architettoniche ed artistiche del territorio. Gli enti locali e/o le associazioni di disabili l’hanno supportata in questa iniziativa?
I siti della Pubblica Amministrazione, in particolare quelli del Comune, della Provincia e della Regione hanno dato ampio risalto al progetto “Torino Paratour”.
Ma, volendo, potrebbero fare ancora di più… come collocare gli itinerari nelle loro pagine riservate al turismo.
I siti inerenti agli Assessorati al Turismo ed alla Cultura poi rimandano spesso, per la visione di contenuti, alle applicazioni di ultima generazione, quali Android, iOS, ecc. Ecco, visto che il CAUS non dispone di un budget che permette di costruire i contenuti web attraverso tali applicazioni, sarebbe meraviglioso se un’associazione, un’azienda, un ente, o perché no, un privato, potesse farsi carico di questa spesa!
Arrivare a definire ogni dettaglio dei percorsi di “Torino Paratour” è stato un processo lungo, laborioso ed impegnativo. Dare ancora maggiore risalto e visibilità all’iniziativa non significherebbe esaltare l’impegno di un singolo, il sottoscritto, bensì raggiungere altre persone che si occupano di disabilità e della creazione di tour artistici, affinché possano partorire nuove idee, migliorare alcuni aspetti o progettare altri itinerari cittadini, al fine di rendere la “conoscenza” del bello, dell’arte e dell’architettura veramente accessibile a tutti.
Per quanto riguarda, invece, le associazioni di persone con disabilità, devo dire che, ad eccezione di alcune, hanno risposto con molto meno entusiasmo. La ragione, credo, è nel fatto che problematiche più urgenti ed importanti hanno giustamente precedenza e priorità nella loro vita quotidiana. Penso inoltre che ogni associazione si occupi di temi specifici, spesso univoci ed escludenti, quali sport, integrazione, hobby; sono pochi i siti specializzati in disabilità che trattano d’itinerari d’arte ed architettura urbana. Le molteplici differenziazioni e categorie di disabilità rappresentano poi un’ulteriore difficoltà di pertinenza; se “Torino Paratour” risulta essere d’esclusivo interesse per le persone cieche o in carrozzina, tutti gli altri portatori di disabilità (non udenti, disabilità psichiche, ecc.), non considerano il progetto interessante.
Ha già ricevuto dei riscontri, invece, da chi ha percorso gli itinerari? Magari qualche suggerimento o critica…
Sì, ne ho ricevuti. L’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti – Sezione Provinciale di Torino, nella persona del suo Presidente Enzo Tomatis, è stata tra le primissime associazioni a contattarmi per complimentarsi dell’iniziativa ed aderire ai tour, seguita dal Centro Regionale Documentazione Non Vedenti della Città di Torino.
“Torino Paratour” l’avrà sicuramente fatta riflettere sul problema dell’accessibilità in generale. Che idea si è fatto? Quanto c’è ancora da fare?
Ho riflettuto soprattutto sulla disabilità in generale, visto che ne ho avuto esperienza diretta in famiglia. È stata una vicenda tragica, non solo nel mio vissuto di familiare, ma anche nel rapporto con alcune figure mediche, assistenziali e giuridiche, davvero carenti sotto ogni profilo. Poi c’è stata la lunga amicizia con Gianni Pellis, dal quale ho attinto un po’ di quell’entusiasmo, iniziativa e spirito pionieristico, che in alcuni momenti della mia vita mi sono mancati.
Per quanto riguarda invece il tema dell’accessibilità, mi sto rendendo conto che, invecchiando, anche un minimo ostacolo che prima non consideravo, oggi può essere causa di intralcio, inciampo, impedimento. L’accessibilità riguarda tutti, archistar compresi!
So, tra l’altro, che ha in programma di pubblicare sul sito del CAUS anche delle segnalazioni inerenti la mobilità cittadina. Ci può spiegare meglio…
Su questo punto ho avuto mille ripensamenti! Poi ho ritenuto che solo le segnalazioni di mobilità cittadina provenienti dai siti ufficiali di Comune, Provincia e Regione potessero dare la giusta garanzia nel caso di comunicazioni su interruzioni, marciapiedi dissestati, chiusure di aree o, viceversa, nel caso di segnalazioni relative all’inaugurazione di nuove zone pedonali, servizi per portatori di disabilità, ecc.
E così nella pagina del nostro sito dedicata a “Torino Paratour” c’è la possibilità di scaricare le mappe dal link geoportale della Città di Torino: quella relativa al progetto “accessibilità delle persone – infrastrutture ipovedenti” e quella “accessibilità delle persone – evoluzione abbattimento barriere architettoniche”.
Un’ultima domanda. A “Torino Paratour Grottesco” e “Torino Paratour Liberty”, pensa di affiancare in futuro altri itinerari? Ha già qualche idea in proposito?
Sì, è già a buon punto la catalogazione fotografica relativa a “Torino Paratour Razionalista e Contemporanea”, per cui dovremo individuare e definire un nuovo percorso che si snoderà tra i decori dell’architettura dal 1930 sino ad oggi. Un nuovo tour reso possibile grazie all’aiuto di alcuni amici che mi hanno sempre supportato: Piero Ferraris, Tullio Macrì e Norberto Tosetti.